E oggi voglio proprio scriverlo, comunque vada: le prossime ore saranno quelle della verità per Gregorio Paltrinieri. Di tutti i nuotatori d’elite italiani che fin qui ho potuto vedere, ed è da parecchio tempo, ormai, è il mio preferito e non lo proclamo solo ora.
Credo che lo sia anche per la maggior parte di chi segue abitualmente questo blog così “emiliano-romagnolo” anche se Gregorio non è il primo o il solo dei “nostri” ad arrivare in “zona medaglia” ai mondiali o alle olimpiadi, ma quello che in potenza ha nelle braccia è davvero unico e se lo merita.
Su questo blog si è rilevato come, negli ultimi tempi, sia cresciuta di numero e di qualità la presenza “emiliano-romagnola” nel nuoto azzurro, e questo è perfettamente vero, ma questo accade anche in un contesto di accresciuto speso specifico del nuoto italiano a livello continentale e mondiale. Io ho l’anzianità per ricordare le gare di nuoto viste in TV, in bianco e nero, in cui tolta la Calligaris, era già un grande successo per gli italiani arrivare a una finale B europea o a una semifinale olimpica/mondiale; quando l’attuale presidente FIN non era un senatore ma un baldo atleta. I nuotatori degli altri paesi ci sembravano marziani (e anche al netto di tutto quello che si sapeva sul doping dell’Est ma non si poteva dire), individui da leggenda. E Vladimir Salnikov un eroe.
Però col tempo, molto lentamente, qualcosa ha iniziato a cambiare e gli italiani del nuoto sono cresciuti finchè negli ultimi vent’anni sono diventati presenze abituali e non più esotiche anche nelle gare di alto livello, fino all’oggi.
Ma ciò che mi preme qui ricordare e sottolineare sono appunto la qualità e la numerosità via via crescente degli atleti “nostrani” di cui Gregorio è oggi la punta di diamante.
Per noi che l’abbiamo visto crescere (e ripeto, come lui tanti altri e altre che qui non elenco solo per timore di dimenticare qualcuno) nelle piscine sparse “Tra la Via Emilia e il Po”, come in un cortile di casa e ne conosciamo i tanti pregi e pochissimi difetti, sono ore di grande trepidazione e comunque orgoglio.
Orgoglio, e voglio dirlo infine con chiarezza, che estenderei a tutte le società, ai dirigenti e a tutti i tecnici (e atleti e famiglie) che hanno reso possibile questi progressi. Tra le mille contraddizioni e difficoltà del quotidiano, dunque, un bel “Bravo!”, noi popolo delle “pissine” (con la “sc” emiliana o romagnola che sia) ce lo siamo meritato; ve lo siete meritato: questo blog mi sembra il posto più adatto per dirlo.
E nelle prossime ore, Gregorio, saremo accanto a te: sei tutti noi.
Fausto Barezzi